07 Dic salasso al settore nautico…. la tassa di stazionamento
In questi giorni appaiono sui giornali varie versioni del decreto il cui articolo 16 elenca le quote stabilite per le tipologie di barche. Personalmente non mi sento di fare la stessa cosa e pubblicare l’ennesimo allarmismo prima che il decreto stesso venga approvato. Infatti ciò ha creato molta confusione e le interpretazioni sono diverse.
in effetti una barca a vela di 13 metri forse pagherebbe una quota annuale di 1460 oppure 1022 a seconda che venga approvato in toto il comma 3 del suddetto articolo modificato nelle varie versioni. Si tratta ancora di capire se il concetto di VETUSTA’ dell’imbarcazione venga applicato oppure no.
Ad ogni modo le varie Associazioni sono insorte a difesa del settore enunciando i pericoli ai quali sarà esposto il settore della nautica e tutto il suo indotto, nonchè l’eventuale fuga di turismo nautico dall’Italia, qualora venisse approvato in Parlamento questo decreto legge.
Mi permetto di fare osservare che in Grecia, nazione notoriamente sotto i riflettori ancor prima di noi ed ancor più fortemente incriminata per lo stesso motivo di “debug economico”, abbia adottato un comportamento di rigore a partire dalle imbarcazioni di 15 metri.
Sarà inevitabile che molti diportisti sceglieranno di andare via dai porti italiani che automaticamente aumenteranno anche la loro tariffa.
La barca a vela è identificata come un oggetto di lusso e come tale viene sacrificata. Non è così per gioielli 5-6 volte più costosi e già acquistati e posseduti, per quadri o tappeti od opere d’arte altamente prestigiosi già acquistati e posseduti e per molte altre beni .
Politici che guadagnano 30 mila euro di pensione e la Chiesa che viene esclusa dal sacrificio, benefici ed auto blu cosidetti beni “INTOCCABILI”, …ma si sa che ….
la Legge é uguale per tutti..QUELLI FUORI DAL PARLAMENTO!
Oggi si fa uso della definizione di INDIGNADOS, ma io sarei più propenso a dire una parola molto più volgare!
Ma rimaniamo ancora in attesa
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